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Creatività e motivazione

In tanti anni di esperienza nella consulenza e formazione ho avuto l’opportunità di incontrare tanti imprenditori e manager e come conseguenza di vedere tante realtà aziendali diverse. Mi sono accorto che spesso chi dirige l’azienda porta con se alcune idee relative alla motivazione dei collaboratori che vengono spesso tramandate di generazione in generazione ma che spesso oltre ad un effetto positivo si portano dietro alcune conseguenze. Un po’ come accade leggendo il “bugiardino” di una medicina dove ti accorgi che il farmaco che stai prendendo insieme alla cura della tua malattia, può avere alcuni effetti collaterali che a volte sono anche peggiori della malattia stessa.

Non voglio dire che questi sistemi motivazionali non funzionino, anzi a volte hanno dato e danno tuttora dei risultati. Il problema è cosa accade alla tua azienda e ai tuoi collaboratori quando li usi. Quali sono gli effetti collaterali ? 

Uno dei sistemi di motivazione più banalizzato ed ormai entrato anche nel linguaggio comune è “BASTONE E CAROTA“, cioè prospetto grandi guadagni futuri, prospettive di crescita, ti faccio vedere un grande risultato che si potrà ottenere ma nel frattempo ogni tanto ti do una grande “smazzolata” cioè ricorro anche alle maniere forti pur di farti raggiungere l’obiettivo che interessa a me. L’origine di questo modo di dire deriva dalla gestione degli asini che vengono allettati dalle carote e poi vengono presi a bastonate quando le carote non sono più sufficienti a motivarli ad agire. Può darsi che questo sistema permetta di raggiungere dei risultati. Il problema è quali conseguenze provocano le “bastonate”. Magari per un certo periodo di tempo riusciamo a motivare una persona al raggiungimento di alcuni risultati, accade poi però che per effetto delle “bastonate” la persona perde feeling con il suo responsabile e prima o poi se ne va e chi non lo fa rimane sempre più demotivato.

Un altro sistema di motivazione utilizzato sono i SOLDI. Il denaro per molte persone rappresenta un forte incentivo a fare di più e nel breve termine devo ammettere che funzionano. Il meccanismo psicologico che innesca un aumento dello stipendio, dopo un picco motivazionale iniziale molto forte, fa iniziare una curva discendente che dopo poco tempo si annulla. Per un collaboratore dopo un paio di mesi l’aumento è scontato e dunque non è più un elemento di motivazione.

Un ulteriore metodo di motivazione che ho visto utilizzare all’interno delle aziende è il sistema “HIGHLANDER“, in parole povere ne resterà uno solo. Scherzi a parte, la tecnica è rendere la vita difficile ai collaboratori per vedere chi ha gli attributi per farcela. Questo percorso a ostacoli per collaboratori potrebbe essere un divertente gioco per un “reality” televisivo ma all’interno di una azienda ha l’effetto di valorizzare solo pochi individui, demotivando lungo il percorso tante persone che avrebbero avuto le qualità ma che non sono riuscite a superare le prove di sopravvivenza seminate qua e la dal titolare o dai suoi responsabili. Dobbiamo sapere che le persone non sono tutte uguali e rispondono a fattori motivazionali diversi. Questo sistema probabilmente fa emergere i talenti più ostinati e determinati ma lascia lungo il percorso tanti potenziali bravi collaboratori.

Un ultimo sistema che voglio citare è la “CRITICA COSTRUTTIVA“. Quando spiego che la critica nasconde qualcosa di sbagliato che origine abbiamo fatto noi, spesso mi viene risposto che la critica è costruttiva. A volte mi rendo conto che c’è una errato utilizzo della parola critica. Se per critica intendiamo una serie di consigli e suggerimenti per correggere e migliorare un comportamento, diciamo che non si tratta proprio di una critica e dunque “salviamo” questo comportamento. Se invece la critica tende a invalidare o sminuire le idee o il comportamento di una persona, dobbiamo sapere che potrà scatenare due tipo di reazione. La persona o cercherà a tutti i costi di dimostrare quanto vale oppure si demotiverà e piano piano si spegnerà.

Una recente indagine sulla motivazione dei collaboratori comparsa su Harward Business Review, evidenzia che solo un 30% dei collaboratori da costantemente il meglio di se quando lavora. Il rimanente 70% o è negativo oppure si limita a fare il minimo indispensabile. L’analisi di questi dati ha messo in relazione la scarsa motivazione di questi collaboratori con la difficoltà di manager e imprenditori di motivare. Spesso chi in azienda ha la responsabilità di diverse persone non sa come fare a motivarle.

Ma allora come fare ?

Ricercando nuovi metodi per motivare le persone mi sono chiesto qual è la fase della vita in cui si è più motivati. In effetti se osserviamo i bambini ci rendiamo conto che nei primi anni della nostra vita il livello di motivazione è molto forte. Per i bambini tutto è possibile, se non sanno qualcosa si buttano, ci provano. Non hanno paura di sbagliare. Questo fa si che l’immaginazione e la creatività dei bambini sia infinita. Un bambino è capace di trasformare una scatola di cartone in una astronave. Tutto questo mi ha fatto riflettere sull’importanza della CREATIVITA’ nella MOTIVAZIONE.

La nostra società ci porta progressivamente a sopprimere la nostra creatività e a diventare razionali perché l’errore non è più concesso. Anzi sia nella scuola che nel mondo del lavoro l’errore deve essere accuratamente evitato. Ora non dico che si debba sbagliare appositamente perché è evidente che in alcuni casi l’errore provoca danni irreparabili o danneggia le vite delle persone. Dico però che l’atteggiamento che abbiamo nei confronti dell’errore può annullare progressivamente la creatività di una persona.

Se non sei disposto a sbagliare, sicuramente non ti verrà mai in mente qualcosa di originale. Ciò che dobbiamo imparare è far emergere la creatività dei nostri collaboratori anche quando loro stessi stanno facendo di tutto per non farlo. Ognuno di noi trova motivazione nella propria creatività. Dai alle persone la possibilità di dare un contributo vero nel loro lavoro e, oltre ad essere più motivate, porteranno nuove idee e nuova energia all’azienda. Tutto questo ti permetterà di vedere le cose in modo diverso.

Statisticamente solo il 10,7% delle persone fa il lavoro che sognava da bambino. Pablo Picasso diceva che tutti i bambini nascono artisti, il problema è rimanerlo da adulti.